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«Tutti gli uomini bevono vino è la storia di tante piccole e grandi esistenze, un sussurrio di voci, sommesse o decise, una canzone d'epoca che ci riporta indietro; è l'ansia di talune aspettative che i giorni inghiottivano una dopo l'altra. "Tutti gli uomini bevono vino" lo dice il padre ad Andrea: ma ad Andrea non piace bere vino e non può così dimostrare la sua mascolinità. Meglio far finta di berlo; meglio sputare per terra con una bestemmia, vanto dei vecchi e della condizione prevista per essere uomo. Andrea però ha una sensibilità disarmante e proprio tale sensibilità lo porta a porsi lui stesso nella condizione di elemento pensante, non strumento di convinzioni e di regole stabilite per comodità e mai rivedute. Andrea non lo accetta, sceglie di capire e di capirsi. Tutto il libro si snoda in queste variegate storie: da Andrea ai vari personaggi che affiancano la sua vita, la intrecciano, la intersecano con la loro molteplicità».